sabato 7 luglio 2012

Allegria (P. Salinas )


.........e quando mi racconterà di un'isola del mare e del sole, di acque cristalline, dell'infinità dei colori e giochi di luce....ricorderò anch'io posti che non ho visto , ma che lui guardava!!!





                                 MATISSE , La gioia di vivere (Le bonheur de vivre) 1905-1906 olio su tela




[VIII]
E improvvisa, inattesa,
fortuita, l'allegria.
Da sola, perché volle, é venuta. [...]
Così dono a sorpresa,
che non posso credere che sia per me.
Mi guardo intorno, cerco.
Di chi sarà? [...]
Ma non importa, ormai.
Sta con me, mi trascina.
Mi sradica dal dubbio.
Sorride, possibile.

[XXI]
Che allegria, vivere
e sentirsi vissuto.
Arrendersi alla grande certezza, oscuramente,
che un altro essere, fuori di me,
molto lontano, mi sta vivendo. [...]
E quando mi parlerà
di un cielo scuro, di un paesaggio bianco,
ricorderò stelle che non ho visto, che lei guardava,
e neve che nevicava nel suo cielo...


Versi tratti da "La voce a te dovuta" ( 1933 ) del poeta spagnolo Pedro Salinas

giovedì 5 luglio 2012

La verità ( T. Terzani )


A forza di cercare questa verità nei fatti, mi sono reso conto che i fatti me la nascondevano a volte, e che c'era un livello di verità al di là dei fatti, c'è una cosa più vera di tutti i fatti, 

ed è così che ho cambiato la mia prospettiva, 
cerco sempre quella verità. La cerco da altre parti, non so se la trovo, ma soltanto il cercarla in maniera diversa da come ho fatto prima, mi dà una grande soddisfazione. 

Ho preso un'altra strada voglio vedere cosa c'è sui sentieri, 

ho lasciato l'autostrada. Non mi interessano più gli autogrill e camminare a duecento all'ora,  

voglio andare più piano e so altre strade, che forse conducono altrove o forse conducono da nessuna parte, ma almeno ho provato.


Tiziano Terzani

Ripenso il tuo sorriso (E. Montale)





Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
 Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...


Eugenio Montale  "Ossi Di Seppia"

La poesia è tutta incentrata sul ricordo di un volto amico, quello del danzatore russo Boris Kniaseff, conosciuto da Montale a Genova
Montale non conosce bene Kniaseff, non sa interpretare quel sorriso.
Quello che gli basta sapere è che ripensarne il volto sereno ed aperto gli giova ed è di conforto al suo tedio, al grigiore della sua vita, come un rigoglio della natura a primavera, come la tenera cima di una palma, agile e flessibile quale solo un danzatore sa essere.
Ricordare il sorriso  fa dimenticare per un attimo l'angoscia del vivere, è una consolazione dolce che placa "i crucci estrosi", che rasserena come quel rivolo che illumina "le petraie d'un greto".

martedì 3 luglio 2012

L'ultimo concerto ( A. Vitali )


L'ultimo concerto
di Andrea Vitali

Mi chiamo Zar, sono un cane e non sono scemo. Quando i miei ex padroni hanno prenotato una crociera invece delle solite vacanze marine in una pensione attrezzata per ospitare anche i miei simili, ho capito al volo. Nei giorni precedenti la partenza mi hanno riempito di cibo e carezze. Stupidi! Non hanno fatto altro che confermare la mia previsione e predispormi alla vendetta. Siamo partiti. Secondo loro dopo due, tre ore di viaggio dovevo pisciare. Sono sceso dalla macchina senza fare storie. L’asfalto della piazzola bolliva. Quell’idiota del mio ex padrone mi ha dato un’ultima carezza. A macchina partita, lontana, ho pisciato e sono tornato indietro, verso casa. La pazienza dei cani è infinita. Una crociera no. È singolare come, dopo una vacanza, l’essere umano non abbia altro desiderio che dormire nel proprio letto. Quando, la prima sera dopo il ritorno dei miei ex padroni, ho visto dalla strada la luce della loro camera da letto spegnersi, ho dato il via al concerto. Ululati, ringhi, abbai. Tiravo il fiato quando la finestra si illuminava, riprendevo quando tornava buia. Senza cedimenti, notte dopo notte. La privazione di sonno produce effetti devastanti negli esseri umani, scatena i peggiori istinti, rende folli. Togliete il sonno ai vostri ex padroni, cani! Psichiatri e avvocati divorzisti ve ne saranno grati.