Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
Sono tornata bella e forse è questo l'ultimo mio autunno. Bella più di quando gli piacqui nel sole, bella e vana ai suoi assenti occhi, come una foglia d'ombra. Ma certe notti,
nel silenzio che più non turba il pianto,
invocata mi sento con disperata sete
della sua bocca lontana.