giovedì 5 luglio 2012

Ripenso il tuo sorriso (E. Montale)





Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
 Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...


Eugenio Montale  "Ossi Di Seppia"

La poesia è tutta incentrata sul ricordo di un volto amico, quello del danzatore russo Boris Kniaseff, conosciuto da Montale a Genova
Montale non conosce bene Kniaseff, non sa interpretare quel sorriso.
Quello che gli basta sapere è che ripensarne il volto sereno ed aperto gli giova ed è di conforto al suo tedio, al grigiore della sua vita, come un rigoglio della natura a primavera, come la tenera cima di una palma, agile e flessibile quale solo un danzatore sa essere.
Ricordare il sorriso  fa dimenticare per un attimo l'angoscia del vivere, è una consolazione dolce che placa "i crucci estrosi", che rasserena come quel rivolo che illumina "le petraie d'un greto".

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